Professor Luciano Mastronardi

neurochirurgo San Filippo Neri Roma

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    smilie_xpll Professor Luciano Mastronardi Primario (Direttore di Struttura Complessa) dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma, Ospedale dalla grande tradizione neurologica e neurochirurgica.
    ha gentilmente offerto il proprio contributo nello sviluppo di questa
    sezione aperta al dialogo tra utenti e esperti:
    *in questa pagina* sarà dunque possibile, per gli
    utenti che lo desiderano, porre domande e fruire delle risposte
    qualificate di un neurochirurgo che ha eseguito oltre
    2500 interventi e la cui esperienza si concentra nei seguenti specifici
    settori:
    A.microchirurgia dei tumori cerebrali e della base del cranio.*
    B.patologia vertebro-midollare
    C. patologia irritativo-deficitaria dei nervi cranici
    D. patologia cerebrovascolare
    Il dottor Mastronardi opera all'interno di una modernissima sala operatoria
    ipertecnologica detta *Brainsuite dotata di una RMN 1.5 Tesla integrata
    con un sofisticato sistema di neuronavigazione e con il microscopio operatorio.
    La Brainsuite garantisce una elevata sicurezza ed efficacia nel trattamento dei tumori cerebrali.
    La grande novità ed unicità della BrainSuite sta nel fatto che tutti i componenti sono
    perfettamente integrati tra loro mediante un complesso software dedicato, che consente al chirurgo
    di raggiungere la lesione con precisione, di effettuare interventi più radicali, di pianificare l’atto chirurgico,
    di scegliere la traiettoria migliore e di ridurre le dimensioni della craniotomia e la morbilità
    postoperatoria. Gli operatori possono inoltre conoscere in tempo reale le variazioni strutturali e funzionali
    del cervello nonché l’effettiva entità di asportazione del tumore
    Il Professor Mastronardi è inoltre co-direttore (insieme al Prof.
    Luc De Waele) dei corsi di microchirurgia che il Dr.Fukushima organizza due volte
    l'anno in Florida ed uno dei direttori della INERF , fondazione americana/internazionale
    creata dallo stesso Dr.Fukushima con la finalità di insegnare la tecnica microchirurgica ai più giovani .

    Nel rivolgere il benvenuto al Dr.Mastronardi, ricordiamo a tutti il fondamentale
    rispetto delle regole di pubblicazione contenute nel discaimer in
    testa a questa sezione.

    A tutti una buona e proficua navigazione!



    Tel
    +39 06 3306 2318 per prendere un appuntamento.
    per eventuali comunicazioni email:
    [email protected].

    Per i pazienti pugliesi e del sud si comunica che
    il Prof. LUCIANO MASTRONARDI inizierà a visitare a BARI presso l’Ambulatorio VISMED (www.vismed.it), in via Lucera 4 (tel 080 5565605) a partire dal 28 Gennaio 2017





    www.sanfilipponeri.roma.it/uoc_neurochirurgia.htm
    neurologiachirurgica.it
    http://inerf.org/

    Edited by bellini - 3/2/2017, 18:25
     
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    imageCaro dottor Mastronardi,
    in questi due anni e mezzo di attività del forum ho letto centinaia di storie terapeutiche la gran parte delle quali relative a pazienti che avevano subito l'ablazione chirurgica del neurinoma:ebbene l'idea che ne ho tratta è stata nel complesso insoddisfacente,
    Mi spiego: il neurinoma è stato tolto ma molto spesso i pazienti si sono trovati alle prese con effetti secondari pesanti che hanno peggiorato di molto la qualità della loro vita.
    1)Paresi più o meno accentuata del faciale
    2)problemi di secchezza oculare
    3)sordità totale,
    4)tinnitus
    5)problemi masticatori
    6)depressione.

    Da una indagine svolta negli USA per monitorare ex post la situazione ne sortiva un quadro poco dissimile da quello più sopra descritto.
    Le chiedo:
    quanti neurinomi dell'acustico ha operato?
    con quali risultati circa gli effetti secondari?
    cosa è la microchirurgia ?
    grazie

    francesca bellini

    Edited by bellini - 2/1/2011, 16:52
     
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    Gentile Signora Bellini,

    La ringrazio per le Sue domande, che mi danno l'opportunità di parlare nel dettaglio del neurinoma dell'acustico.
    Innanzitutto, la microchirurgia è la tecnica chirurgica che si utilizza lavorando al microscopio operatorio. Consiste di gesti attenti e precisi, che si effettuano utilizzando strumentario dedicato. La conoscenza approfondita dell'anatomia microchirurgica ed il continuo esercizio (sul paziente ma anche su preparati anatomici) consente di ottenere i migliori risultati in termini di asportazione del tumore e di morbidità.
    Per ciò che riguarda gli "effetti secondari" più che ragionare in termini numerici mi sembra importante rispondere in rapporto alle dimensioni del neurinoma, alla sua estensione ed ai rapporti con il tronco encefalico.
    1. I piccoli neurinomi intracanalicolari (sotto il centimetro) con udito conservato totalmente o in parte costituiscono la situazione migliore per l'asportazione totale e per salvaguardare il nervo facciale ed il nervo acustico. Ad ogni modo è ragionevole anche l'atteggiamento "wait & see" con monitoraggio clinico-RMN ogni 6-12 mesi. Qualora l'udito sia perso del tutto l'atteggiamento di attesa è ancora più ragionevole, lasciando la soluzione chirurgica per quei casi in cui il tumore tende a crescere. Per ciò che riguarda la via chirurgica, nei pz con udito conservato si preferisce l'approccio retrosigmideo, mentre nei pz con udito assente la via migliore è in genere quella transmastoidea-translabirintica, che non apre il cranio. Anche se questa seconda via è da sempre di competenza ORL, ho acquisito negli anni l'esperienza per asportare il tumore con entrambe gli approcci (non me ne vogliano gli ORL...).

    2. I neurinomi intra-extracanalicolari al di sotto dei 2cm con udito in parte o del tutto conservato vanno trattati con l'approccio retrosigmoideo. Le possibilità di salvare il facciale sono >80%, anche se una paresi transitoria del nervo si può osservare in un pz. su tre, con regressione entro 3-6 mesi (esperienza non solo personale ma anche di grandi chirurghi come Fukushima, Samii, ed altri). Le possibilità di conservare l'udito si aggirano intorno al 30-50% e diminuiscono in modo inversamente proporzionale alle dimensioni della neoplasia. Se poi sono presenti tinnito ed acufeni è pressocchè impossibile salvare il nervo che, anzi, è preferibile sezionare per evitare la persistenza di tali disturbi nel postop, anche in assenza dell'udito. La difficoltà che si incontra nel salvare il nervo cocleare (uditivo) è legata al fatto che il neurinoma (impropriamente detto dell'acustico) nasce nel 70% dei casi dal nervo vestibolare inferiore, a stretto contatto con il nervo acustico che pertanto è il primo a risentirne. Nel 20-25% dei casi il neurinoma nasce dal nervo vestibolare superiore, a stretto contatto con il nervo facciale. Questi sono i casi in cui è veramente difficile evitare un deficit temporaneo o permanente del nervo facciale, completamente inglobato dal tumore. Nei casi con udito perso del tutto si preferisce usare la via extracranica translabirintica. Anche in questi casi le percentuali di deficit del facciale sono in linea con quanto detto poco fa.

    3. Nei pz. affetti da neurinomi con diametro >2 - 2.5 cm salvaguardare l'acustico è impossibile. Seppure il nervo resta integro generalmente non funziona. La possibilità di risparmiare il facciale scende al 60-70%, mentre una paresi transitoria si osserva in quasi la metà dei casi. Qualora l'asportazione totale abbia elevate probabilità di arrecare un deficit permanente del facciale, previo accordo con il pz. e consenso informato, si può decidere di lasciare un piccolo frammento di capsula tumorale sul nervo e di seguirne l'evoluzione con RMN periodiche

    4. Nei neurinomi giganti (oltre 3 cm) i rapporti col tronco encefalico rendono l'asportazione (generalmente per via retrosigmoidea) molto delicata ed oltre il rischio di danno per i nervi cranici (in questi casi oltre al facciale ed al cocleare si possono avere talvolta anche deficit del trigemino già nel preoperatorio) c'è la possibilità di problemi anche a carico del tronco. In questi pz. l'asportazione deve essere giudiziosa e tenere in considerazione la possibilità di una rimozione subtotale ma in sicurezza.

    Benchè io sia in genere dotato del dono della sintesi, in questo caso ho preferito scendere nei dettagli per far capire quante variabili ci siano dietro una etichetta che qualifica una diagnosi.

    Gentile Signora Bellini, spero di aver risposto in modo compiuto alle Sue domande ed ai tanti dubbi che si hanno quando si parla di asportazione chirurgica di un neurinoma dell'acustico (neurinoma dell'VIII). Naturalmente sono pronto a rispondere ad ogni altra domanda su questo e sugli altri argomenti di cui ho competenza.

    Cordiali saluti
    Luciano Mastronardi
     
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  4. kiruna
     
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    Gent.mo Prof. Mastronardi
    è davvero apprezzabile che lei voglia dedicare un po' del suo tempo a questo forum e di questo la ringrazio moltissimo.
    Volevo chiederle in particolare in cosa si differenzi la tecnica chirurgica del Prof. Fukushima (e quindi immagino la sua in quanto suo allievo) rispetto alle tecniche utilizzate da altri neurochirurghi.
    Dalla testimonianza di alcuni pazienti del Prof. ospitate su questo forum sembra infatti che, a parità di approccio (retrosigmoideo) e, credo, al di là della possibilità di utilizzare Brain Suite, il Prof. Fukushima sia in grado di effettuare un intervento meno invasivo, con migliori percentuali di successo sul facciale e minore morbilità peri e post operatoria.
    Potrebbe spiegarci se questo è vero e come viene tecnicamente realizzato?
    In particolare vorrei conoscere le stime di successo per neurinomi inferiori al cm, purtroppo fastidiosamente sintomatici, per i quali l'amletico dubbio (chirurgia, radiochirurgia e W&W) assume davvero proporzioni destabilizzanti.

    Cordialmente
     
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  5. Antonio71
     
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    Gent.mo Prof. Mastronardi,
    benvenuto nel forum e mi unisco all'apprezzamento di kiruna per l'attenzione che intende rivolgere a questa comunità.
    Come potrà facilmente trovare sul forum il mio interesse è indiretto, inquanto è mio padre ad assere affetto da neurinoma. Da quando sono venuto a conoscenza della situazione che affligge mio padre mi sono sforzato di trovare la soluzione migliore per risolvere la questione.
    La mia preoccupazione maggiore, dando per scontato il rischio per la vita, è la qualità della stessa nel postoperatorio.
    Il neurinoma che affligge mio padre (65 anni, cardiopatico), è di 3,5x2,8 cm, mi rendo conto che ogni intevento è una storia a se, ma desidero comunque chiederle quali sono le sue statistiche per una situazione similare.
    La ringrazio anticipatamente per la cortese risposta.
     
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  6. sabbiasottile
     
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    Grazie Dott. Mastronardi per la sua disponibilita'.
    Lei scrive :
    " La difficoltà che si incontra nel salvare il nervo cocleare (uditivo) è legata al fatto che il neurinoma (impropriamente detto dell'acustico) nasce nel 70% dei casi dal nervo vestibolare inferiore, a stretto contatto con il nervo acustico che pertanto è il primo a risentirne. Nel 20-25% dei casi il neurinoma nasce dal nervo vestibolare superiore, a stretto contatto con il nervo facciale. Questi sono i casi in cui è veramente difficile evitare un deficit temporaneo o permanente del nervo facciale, completamente inglobato dal tumore."

    Le chiedo :
    Esistono esami diagnostici prima di qualsiasi approccio operatorio o radioterapico che permettano di sapere se la neoplasia nasce dal nervo vestibolare superiore e quindi con le maggiori complicanze per il nervo facciale ?

    Grazie in anticipo

    Anna Bondavalli
     
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  7. danila09
     
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    Gentile Dott. Mastronardi,
    le statistiche da lei citate fanno riferimento a suoi dati post-operatori, a dati italiani o a dati mondiali?
    Ritengo sia fondamentale sapere da dove sono tratti i numeri (non solo per la chirurgia ma anche per la radiochirurgia). Personalmente ritengo che gli unici dati ad avere un vero senso per un paziente siano le statistiche di ciascun neurochirurgo, anche se in Italia è difficile averle, al contrario che ad esempio nei paesi anglosassoni.
    Personalmente avevo un neurinoma classificato come gigante e già irradiato, ma è stato asportato da Fukushima senza lesioni al facciale e con l'udito preoperatorio conservato dopo l'operazione(precedentemente danneggiato da cyber knife ma ancora funzionale).
    Ovviamente mi unisco anch'io ai ringraziamenti per la sua disponibilità a parlare di neurinoma in questo forum.

    Danila
     
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    Gent.mo Prof. Mastronardi
    è davvero apprezzabile che lei voglia dedicare un po' del suo tempo a questo forum e di questo la ringrazio moltissimo.
    Volevo chiederle in particolare in cosa si differenzi la tecnica chirurgica del Prof. Fukushima (e quindi immagino la sua in quanto suo allievo) rispetto alle tecniche utilizzate da altri neurochirurghi.
    Dalla testimonianza di alcuni pazienti del Prof. ospitate su questo forum sembra infatti che, a parità di approccio (retrosigmoideo) e, credo, al di là della possibilità di utilizzare Brain Suite, il Prof. Fukushima sia in grado di effettuare un intervento meno invasivo, con migliori percentuali di successo sul facciale e minore morbilità peri e post operatoria.
    Potrebbe spiegarci se questo è vero e come viene tecnicamente realizzato?
    In particolare vorrei conoscere le stime di successo per neurinomi inferiori al cm, purtroppo fastidiosamente sintomatici, per i quali l'amletico dubbio (chirurgia, radiochirurgia e W&W) assume davvero proporzioni destabilizzanti.

    Cordialmente
    Kiruna

    Gentile Signora,
    la tecnica di Fukushima (TF) che io ho imparato negli anni e che da qualche tempo contribuisco ad insegnare ad altri colleghi più giovani consiste in una attenta preparazione delle strutture anatomiche, si strumentario dedicato e di strategia chirurgica ad hoc per ogni paziente. Ad esempio credo che, seguendo le indicazioni di TF, lasciare un piccolissimo frammento sul facciale per evitarne danni permanenti può rappresentare in alcuni casi una manifestazione di buon senso. Naturalmente l'obbiettivo deve essere l'asportazione totale, ma ragionata e calibrata in ogni caso, con un preliminare chiaro colloquio.
    A presto, Luciano Mastronardi
    :P


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    Gent.mo Prof. Mastronardi,
    benvenuto nel forum e mi unisco all'apprezzamento di kiruna per l'attenzione che intende rivolgere a questa comunità.
    Come potrà facilmente trovare sul forum il mio interesse è indiretto, inquanto è mio padre ad assere affetto da neurinoma. Da quando sono venuto a conoscenza della situazione che affligge mio padre mi sono sforzato di trovare la soluzione migliore per risolvere la questione.
    La mia preoccupazione maggiore, dando per scontato il rischio per la vita, è la qualità della stessa nel postoperatorio.
    Il neurinoma che affligge mio padre (65 anni, cardiopatico), è di 3,5x2,8 cm, mi rendo conto che ogni intevento è una storia a se, ma desidero comunque chiederle quali sono le sue statistiche per una situazione similare.
    La ringrazio anticipatamente per la cortese risposta.
    Antonio

    Gentile Sig. Antonio,

    in questo caso il pz. ha una problematica in più, ossia la cardiopatia. Ad ogni modo, va studiato e preparato dall'anestesista ed avrà bisogno forse di qualche giorno in più di Rianimazione. Per ciò che riguarda i nervi cranici, l'udito immagino sia già perduto, mentre per il facciale dovrei vedere le immagini e conoscere un pò meglio la storia clinica e l'esame neurologico. Ad ogni modo per dimensioni prossime ai 4 cm salvare il facciale è in genere possibile nel 60-70% dei casi, anche se un deficit transitorio (3-6 mesi) non è raro.
    Cordiali saluti.
    L.Mastronardi



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    Grazie Dott. Mastronardi per la sua disponibilita'.
    Lei scrive :
    " La difficoltà che si incontra nel salvare il nervo cocleare (uditivo) è legata al fatto che il neurinoma (impropriamente detto dell'acustico) nasce nel 70% dei casi dal nervo vestibolare inferiore, a stretto contatto con il nervo acustico che pertanto è il primo a risentirne. Nel 20-25% dei casi il neurinoma nasce dal nervo vestibolare superiore, a stretto contatto con il nervo facciale. Questi sono i casi in cui è veramente difficile evitare un deficit temporaneo o permanente del nervo facciale, completamente inglobato dal tumore."

    Le chiedo :
    Esistono esami diagnostici prima di qualsiasi approccio operatorio o radioterapico che permettano di sapere se la neoplasia nasce dal nervo vestibolare superiore e quindi con le maggiori complicanze per il nervo facciale ?

    Grazie in anticipo

    Anna Bondavalli

    Gentile Signora Bondavelli,

    purtroppo non è possibile sapere con certezza prima dell'intervento quale sia la situazione. Utili sono i dati della RMN con sequenze CISS per i nervi cranici (qualche informazione se il neurinoma è intorno 1 cm) e la storia clinica: se l'udito è conservato ed il neurinoma è oltre 1.5-2cm, probabilmente il neurinoma origina dal vestibolare superiore. Ma la verità in alcuni casi non la si scopre neanche in sede chirurgica (se >2.5-3cm).
    Cordiali saluti,
    L.Mastronardi



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    Gentile Dott. Mastronardi,
    le statistiche da lei citate fanno riferimento a suoi dati post-operatori, a dati italiani o a dati mondiali?
    Ritengo sia fondamentale sapere da dove sono tratti i numeri (non solo per la chirurgia ma anche per la radiochirurgia). Personalmente ritengo che gli unici dati ad avere un vero senso per un paziente siano le statistiche di ciascun neurochirurgo, anche se in Italia è difficile averle, al contrario che ad esempio nei paesi anglosassoni.
    Personalmente avevo un neurinoma classificato come gigante e già irradiato, ma è stato asportato da Fukushima senza lesioni al facciale e con l'udito preoperatorio conservato dopo l'operazione(precedentemente danneggiato da cyber knife ma ancora funzionale).
    Ovviamente mi unisco anch'io ai ringraziamenti per la sua disponibilità a parlare di neurinoma in questo forum.

    Danila

    Gentile Signora Danila,

    quello che Lei dice lo trovo molto corretto. Lei è stata operata da colui che io chiamo il mio Maestro di Vita e di Neurochirurgia, che ha dei numei impossibili da uguagliare, in quanto a quasi 70 anni continua ad essere il collettore di questa patologia (e non solo) da tutto il mondo. I dati che ho riportato sono i miei dati (che si basano sul 10% circa del volume di neurinomi da lui trattati), in linea con la letteratura internazionale. Non conosco i dati italiani perchè, come Lei dice, non è possibile ancora oggi conoscerli.
    Come Fukushima (TF) Le avrà detto, il Suo caso è alquanto "fortunato": conservare l'udito con una lesione del genere non è quasi mai possibile (parole e dati di TF oltre che miei). Anche per quanto riguarda il facciale è stata "graziata", in quanto dopo radioterapia spesso si è costretti a lasciare un piccolo frammento di capsula sul nervo e seguirne l'evoluzione nel tempo.
    Spero che la Sua esperienza convinca molti a valutare con meno enfasi il trattamento radiante (gammaknife, cyberknife) e a considerare l'intervento come una soluzione cruenta ma generalmente risolutiva. Anche l'attesa attenta può essere più accettabile, soprattutto nei piccoli neurinomi con udito completamente perso.
    Saluti.
    L.Mastronardi

    Edited by bellini - 28/2/2012, 14:01
     
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  9. mario63va
     
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    beh credo che trovare una tale disponibilità ed una tale chiarezza da parte di un esperto sia per questo forum veramente motivo di enorme soddisfazione.
    ma una domanda..... (oltre a quelle che Lei mi ha già molto gentilmente dato in mpv)
    Se si lascia un piccolo frammento di tumore per preservare il facciale, non si corre il rischio di una recidiva???e se si .... cosa fare dopo ???
    Grazie Mario
     
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    beh credo che trovare una tale disponibilità ed una tale chiarezza da parte di un esperto sia per questo forum veramente motivo di enorme soddisfazione.
    ma una domanda..... (oltre a quelle che Lei mi ha già molto gentilmente dato in mpv)
    Se si lascia un piccolo frammento di tumore per preservare il facciale, non si corre il rischio di una recidiva???e se si .... cosa fare dopo ???
    Grazie Mario

    Gentile Signor Mario,

    grazie per le belle parole, ma come Le ho detto nella posta elettronica defli ultimi giorni ho questi rapporti con i pz da sempre per mia indole e perché trovo corretto informare (per quel che posso e so).
    E' naturale che il rischio che si corre lasciando un piccolissimo frammento è quello che nel tempo la lesione possa lentamente ricrescere. E' per questo che va informato il pz e seguito con controlli clinici-RMN. Ad ogni modo la possibilità di ripresa della malattia è possibile ma rara, considerando che con l'intervento si toglie gran parte dell'afferenza vascolare alla neoplasia. In caso di eventuale recidiva della lesione (che comunque si sviluppa nel corso di molti anni) si può riconsiderare un trattamento chirurgico.
    Cordiali saluti,
    Luciano Mastronardi

    Edited by bellini - 28/2/2012, 14:02
     
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  11. danila09
     
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    Specifico che anche nel mio caso Fukushima ha lasciato un piccolo frammento di capsula sul facciale per non lederlo: era impossibile rimuoverlo forse a causa delle aderenze dovute alla radiochirurgia. Comunque mi ha detto che nel 30% dei neurinomi da lui operati (irraditi e non) lascia frammenti per non ledere il facciale e ha avuto recidiva nel solo 2% dei casi (o forse 2 casi , come ricorda il mio fidanzato): in ogni caso percentuale molto più bassa della recidiva in caso di radiazione. Mi ha confermato la possibilità di rioperare in caso di ricrescita comunque dopo molto tempo (confermando anche che tra 10 anni lui opererà ancora!).

    Saluti
    Danila
     
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    imageCaro dottore,
    come mi ha scritto recentemente,lei è contrario alla radiochirurgia per il trattamento di una neoplasia benigna qual'è il neurinoma.
    Le sarei grata se volesse chiarirne le motivazioni
    grazie
     
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    CITAZIONE (bellini @ 9/6/2009, 19:50)
    imageCaro dottore,
    come mi ha scritto recentemente,lei è contrario alla radiochirurgia per il trattamento di una neoplasia benigna qual'è il neurinoma.
    Le sarei grata se volesse chiarirne le motivazioni
    grazie

    Gentile Signora Bellini,

    la radiochirurgia è indicata per il trattamento delle lesioni maligne, con breve prospettiva di vita. E' infatti noto che, anche se non frequentemente, può indurre la comparsa di altre neoplasie maligne nel cervello o provocare la trasformazione di un tumore benigno (come il neurinoma) in una neoplasia maligna (sarcoma).
    In secondo luogo, si definisce come sensibile alla radioterapia un neurinoma che non progredisce dopo radiochirurgia, ma è raro che il tumore regredisca o addirittura scompaia. Per cui non si può considerare un trattamento che porta sempre alla guarigione.
    Inoltre, come ogni bravo radioterapista Le dirà, la radiochirurgia dei neurinomi dell'acustico può provocare danni irreversibili al nervo cocleare e, saltuariamente, al nervo facciale. Nei neurinomi più grandi c'è anche il rischio di danno per il tronco encefalico.
    Tutte queste osservazioni provengono dalla grande esperienza di TF e da quella personale, seppur più modesta.
    Spero di aver risposto in modo chiaro alla Sua osservazione.
     
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    smilie_xpCaro dottore,
    come può ben immaginare una delle primissime informazioni che abbiamo raccolto quando ci siamo messi ad"esplorare il pianeta neurinoma",è stata proprio la questione della eventuale cancerizzazione del tessuto trattato.
    Ora dai dati raccolti in letteratura scientifica a livello mondiale(e pubblicati nei forum statunitensi,inglesi,francesi ....) si parla per il neurinoma di solo 8 casi al mondo di cancerizzazione post trattamento di cui 4 precedentemente trattati con chirurgia e 4 con radioterapia.

    Dati molto confortanti si ricavano anche da questa pubblicazione del Dr.Régis (di cui i metto il link) e che ha trattato ad oggi oltre 2000 neurinomi
    con la gammaknife.
    https://neurinoma.forumcommunity.net/?t=27975575

    E in effetti se il rischio fosse davvero statisticamente provato come interpretare il grandissimo successo che sta avendo questa metodica nel trattamento del neurinoma(con la quale ad oggi sono stati trattati circa 250000 casi in 40 anni?)?
    Come interpretare le parole del Dr.Skrap neurochirurgo a Udine che considera il neurinoma "il target ideale" per un trattamento radiochirurgico?
    Come interpretare l'apertura di un servizio cyberknife da parte di un centro neurologico qual'è il Besta?

    Lei è in possesso di dati diversi?
    Se si ,ci può segnalare le pubblicazioni che li riportano?
    grazie

    Edited by bellini - 28/2/2012, 14:03
     
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    CITAZIONE (bellini @ 10/6/2009, 10:11)
    imageCaro dottore,
    come può ben immaginare una delle primissime informazioni che abbiamo raccolto quando ci siamo messi ad"esplorare"il pianeta neurinoma,è stata proprio la questione della eventuale cancerizzazione del tessuto trattato.
    Ora dai dati raccolti in letteratura scientifica a livello mondiale(e pubblicati nei forum statunitensi,inglesi,francesi ....) si parla per il neurinoma di solo 8 casi al mondo di cancerizzazione post trattamento di cui 4 precedentemente trattati con chirurgia e 4 con radioterapia.

    Dati molto confortanti si ricavano anche da questa pubblicazione del Dr.Régis (di cui i metto il link) e che ha trattato ad oggi oltre 2000 neurinomi
    con la gammaknife.
    https://neurinoma.forumcommunity.net/?t=27975575

    E in effetti se il rischio fosse davvero statisticamente provato come interpretare il grandissimo successo che sta avendo questa metodica nel trattamento del neurinoma(con la quale ad oggi sono stati trattati circa 250000 casi in 40 anni?)?
    Come interpretare le parole del Dr.Skrap neurochirurgo a Udine che considera il neurinoma "il target ideale" per un trattamento radiochirurgico?
    Come interpretare l'apertura di un servizio cyberknife da parte di un centro neurologico qual'è il Besta?

    Lei è in possesso di dati diversi?
    Se si ci può segnalare le pubblicazioni che li riportano?
    grazie

    Signora Bellini,

    E' vero, la trasformazione del neurinoma è cosa rara. Ma a ciò va aggiunta la possibilità di induzione di altri tumori. L'acquisizione del cyberknife in vari centri è cosa eccellente (pensi che Fukushima nel suo istituto di Tokyo ne ha 5), per il trattamento delle neoplasia maligne cerebrali e del resto del corpo. Secondo TF il grande numero di casi trattati con radiochirurgia è legata al fatto che il pz è ovviamente spaventato dall'intervento e spesso anche il chirurgo (non è il caso del mio amico Miran Skrap, ottimo neurochirurgo e persona degna sotto ogni aspetto). Il comitato direttivo dell'IMEG (International Microneurosurgery Education Group), associazione internazionale di microchirurghi del basicranio (Presidente TF, segretario il sottoscritto) ha deciso di partire con una "survey" internazionale che valuti i risultati della radiochirurgia in ogni sua forma (gammaK, cyberK, et al) versus i risultati della microchirurgia, osservando: residuo/persistenza del tumore, deficit post-trattamento, necessità di secondo trattamento ed altri parametri. Lo studio, coordinato dal Prof. Bill Couldwell, neurochirurgo di Salt Lake City, avrà un braccio retrospettivo (dal 2000 alla fine del 2009) ed uno prospettico (dal 2010). Questo perchè, a parte la rara induzione di neoplasie maligne, la radiochirurgia non convince molti neurochirurghi nel mondo, sia in termini di risultati che di complicanze (come Le rispondevo nella precedente domanda). Naturalmente ci vorrà almeno 1 anno per avere i rusultati del braccio retrospettivo. Sarà mia premura pubblicarli sul forum.
    Cordiali Saluti,
    Luciano Mastronardi.
     
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275 replies since 5/6/2009, 14:18   47783 views
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