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CITAZIONE (bellini @ 16/1/2022, 16:28) un sito per riflettere tutti insieme www.vivereosopravvivere.it/Manifesto di VIVERE O SOPRAVVIVERE La paura non è un valore. La paura non è la soluzione. La paura non è un mezzo. La paura non va diffusa dai giornali, dai media e dai nostri governanti. La paura non è una legge imparziale e giusta. La paura va compresa e non usata. La paura è un’emozione. La paura non è il sentimento che dobbiamo provare quando incontriamo un amico. La paura di abbracciare ed amare non può essere e non è quello che vogliamo vivere noi, oggi. Tantomeno, la paura, non può e non deve essere l’unico insegnamento che lasceremo ai nostri figli. Francesca, la paura - come correttamente scrivi - non è e non deve essere un metodo. Non è e non deve essere nessuna delle cose elencate. Ma personalmente, oltre a quello, in cima a tutto, sopra ogni cosa deve esserci il rispetto. Rispetto dello Stato nei confronti del cittadino che non può e non deve essdere considerato al pari - se non peggio - del servo della gleba.
Io non posso accettare l'escalation di comportamenti gravissimi. Anche fossero giustificati dalle migliori intenzioni:
a) l'introduzione di meccanismi para-sanitari e burocratici, con il palese intento di forzare, costringere, rendere la vita impossibile e gravosa dal punto di vista economico, per persone che - nel pieno delle disposizioni normative - hanno opzionato una delle scelte lecitamente possibili; b) lo stigma sociale e la colpevolizzazione di chi ha opzionato una delle scelte consentite dalle norme, ancor più grave se proveniente da chi quelle norme ha contribuito a scriverle; c) l'introduzione di un obbligo all'assunzione di un farmaco, che prevede però l'obbligatoria dichiarazione sotto la propria responsabilità di aver scelto liberamente l'adesione alla campagna vaccinale (altrimenti non si può procedere alla prenotazione dell'appuntamento all'Hub); d) l'introduzione di un obbligo all'assunzione di un farmaco che prevede però la sottoscrizione di un consenso informato non limitato a far dichiarare la comprensione dei rischi, ma che esige - pena la non possibilità di assumere il farmaco stesso, con le conseguenze note dal punto di vista lavorativo - che l'interessato dichiari l'autonoma volontà di assunzione del farmaco stesso e ne accetti volontariamente le relative conseguenze.
Un modo di agire inconcepibile nel rapporto stato-cittadino, sproporzionato, asimmetrico e discriminatorio.
E, preciso, personalmente non sto contestando l'importanza o meno della campagna vaccinale nè l'efficacia o meno dei vaccini.
Non c'entra nulla l'aspetto sanitario. Ne faccio, personalmente, una questione di rispetto della persona.
Una situazione stigmatizzata anche da Amnesty International. Un'organizzazione riconosciuta a livello internazionale, che prende posizione con parole che ci aspetteremmo più rivolte a qualche dittatura sparsa per il globo, che non al mio paese.
Mi dispiace se qualcuno non condividerà il pensiero, considerandomi un pericoloso NOVax da internare. Sono refrattario ai ricatti mascherati, preferisco uno stato che si comporta con chiarezza, senza nascondersi dietro ai cavilli per non assumersi le conseguenze delle proprie scelte. Anche se compiute in buona fede e nell'intento migliore possibile.
Tralascio le questioni legate alle contraddizioni, ai dati ed alle informazioni non corrette, agli errori nella fese iniziale, ad una gestione complessiva che - sebbene autocelebrata come "tra le migliori" - ha uno tra i risultati peggiori a livello europeo. Sono dettagli marginali e considerazioni che esulano dalla questione, per me principale, a monte.
Saluti
Edited by GIEMME69 - 16/1/2022, 19:08
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